IMPIANTI DI TRATTAMENTO ACQUE DI DISOLEAZIONE. I DISOLEATORI, ASPETTI TECNICI E PRATICI

I disoleatori sono sistemi per il trattamento acque creati per rispondere alle esigenze di separazione di tutte le sostanze leggere dalle acque. Essi possono essere dimensionati in vari modi e garantire i limiti di scarico per le scarico in fognatura o acque superficiali, o più raramente per lo scarico in suolo.

Essi trovano uso in svariati campi, per il trattamento delle acque di dilavamento di parcheggi, aree di manovra, strade e non solo. Sono particolarmente indicati inoltre per rispondere alle esigenze delle acque di scarico derivanti da officine meccaniche, distributori di carburante, piazzole di rifornimento e altre. Non ultimo va citata la presenza dei disoleatori a valle di altri trattamenti di tipo primario, negli impianti di depurazione e soprattutto negli impianti di prima pioggia.

I disoleatori (detti anche desoleatori nella accezione più prosaica) sono dimensionati e normati da una apposita normativa di carattere europeo, ovvero la UNI EN 858.Tale normativa, suddivisa in due parti (la parte 1 del 2004 e la parte 2 del 2005) rappresenta la “bibbia” per gli impianti di disoleazione. Difatti tale norma detta le regole per tutti gli impianti disoleatori, dai volumi di trattamento, le tubazioni, i sistemi filtranti etc.

Ad esempio le tubazioni di collegamento sono strettamente vincolate dalle portate in gioco, difatti nel caso di un disoleatore con portata nominale di 3 l/s la tubazione di collegamento deve avere un diametro utile di 125mm, mentre nel caso di un disoleatore da 20 l/s la tubazione sia in ingresso che in uscita devono avere un diametro minimo pari a 200 mm. Le suddette tubazioni possono essere in PVC, INOX, etc a patto di rispettare i criteri imposti nei rispettivi parametri della suddetta norma.

Il dato fondamentale per il dimensionamento degli impianti di disoleazione è la portata di trattamento. Essa risulta chiaramente espressa in taglie nominali prefissate dalla norma, e la norma consiglia vivamente di rispettare tali taglie. La portata di disoleazione, detta NG viene definita da diversi parametri, e viene calcolata rispetto ad una determinata formula. In tale formula vanno inseriti i vari parametri, con le medi pesate delle varie portate ed effluvi in arrivo. Ad esempio si possono inserire le portate dovute alle idropulitrici presenti negli autolavaggi. Inoltre si possono inserire le portate delle acque meteoriche date delle acque dei piazzali. Interessante notare che in questo ultimo caso i valori sono derivate dal tipo di superficie in gioco. tutto questo avviene grazie ad un apposito coefficiente di afflusso (comunemente detto Ca) che permette di modificare il valore delle acque a seconda delle permeabilità gioco. Quindi una superficie totalmente impermeabile (ad esempio superficie pavimentata) avrà un coefficiente pari a 1, mentre nel caso di area verde il precedente coefficiente scende ad un valore di 0,3.

Strutturalmente il disoleatore si compone di una vasca (eventualmente divisa in due o piu settori) che fanno da trattamento per le acque in ingresso. Tale vasca, solitamente circolare o rettangolare, raccoglie le acque in ingresso tramite un apposito deflettore. Le acque raccolte vengono opportunamente decantate. Difatti il disoleatore funziona principalmente grazie alla differenza di peso specifico. I liquidi leggeri in ingresso (oli benzine etc) vengono decantati e separati dalle acque; tali liquidi essendo piu leggeri sono tendenti ad andare verso la superficie per essere separati. Ovviamente a seconda del tipo di liquido leggero il disoleatore cambia di dimensionamento e di trattamento. Allo scarico della vasca risulta presente un opportuno sistema automatico a galleggiante che sente la differenza di peso specifico. Quando nel disoleatore risulta presente una quantità eccessiva di liquidi leggeri l’otturatore chiude lo scarico per evitare pericolosi deflussi di liquidi inquinanti.

Una ulteriore parte importante del trattamento risulta la parte di filtrazione. La filtrazione avviene tipicamente con un filtro a coalescenza che sfrutta un principio fisico. La coalescenza consiste in fatti nel far si che le particelle oleose che transitano il filtro vengono spinte a unirsi tra di loro in particelle piu grandi che sono maggiormente spinte ad andare verso la superficie.

Come si può capire la disoleazione risulta un argomento complesso ed articolato e la progettazione e la esperienza contano un ruolo fondamentale. Quindi diffidare da sistemi improvvisati o da ultimi arrivati. Queste leggerezza possono portare nella migliore delle ipotesi a multe salate o più facilmente a costosi ed onerosi procedimenti penali.

PER SAPERNE DI PIU’ http://www.acque-reflue.com/disoleatori-dissabbiatori-a-coalescenza/