Quando si decide di aprire la partita IVA, o per scelta o perché il mercato lo richiede, bisogna capire bene quello che si sta per fare. La prima cosa da capire è se l’attività è professionale o se bisogna aprire una ditta.
Per esempio, un avvocato in proprio è un professionista, un artigiano è un imprenditore.
La differenza c’è e si leggerà con i codici ATECO, codice alfanumerico che viene assegnato al momento dell’apertura di ogni partita IVA e che qualifica una certa attività in maniera precisa, ai fini fiscali e statistici. Aprire la partita IVA non ha costi per il professionista (tranne che si rivolga ad un commercialista). L’iscrizione della ditta una un costo fisso: i diritti camerali.
Se siete un libero professionista e volete aprire partita IVA, dovete presentare l’apposito modello di inizio attività, il modello AA0, all’Agenzia delle Entrate. Il modello va presentato in via telematica o per raccomandata. Dovete poi iscrivervi alla Gestione Separata INPS a meno che, come professionisti, non abbiate una cassa di previdenza autonoma (come per i medici, i giornalisti, ecc.).
Se volete aprire una ditta individuale, e quindi vi serve la Partita IVA, dovete anche iscriversi al Registro delle Imprese nella Camera di Commercio. La Comunicazione Unica è il documento che vi permette di fare, in una volta sola, tutto quello che serve per iscrivere la partita IVA da ditta individuale e quindi richiedere il codice fiscale e la partita IVA, la registrazione al Registro Imprese, l’iscrizione all’INPS e l’apertura della copertura assicurativa all’INAL.
A questo punto non resta che scegliere il regime fiscale che si voglia appiccare (clicca qui per leggere un articolo molto interessante in proposito).
Il regime forfettario agevolato è possibile per chi rispetta alcuni limiti di reddito (che sono 30mila euro per professionisti, imprese e artigiani, 50mila per commercianti, per hotel e ristoranti, 40mila per ambulanti di cibo, 30mila per ambulanti che vendono altri prodotti). La determinazione del reddito avviene in maniera forfettaria e l’imposta è del 15%.
Il regime ordinario della partita IVA comporta il mantenimento delle fatture, l’assoggettamento agli studi di settore, nessun limite dei ricavi, la liquidazione IVA, possibilità di avere collaboratori.
L’IRPEF che si applica a chi ha partita IVA cambia a seconda del reddito, in quanto si tratta di un’aliquota progressiva per scaglioni.
Alcuni costi che si sostengono nell’attività di partita IVA sono deducibili. I costi deducibili sono quelli inerenti all’attività svolta; se si lavora da casa, sono deducibili al 50% affitto, riscaldamento, elettricità. Se si lavora nell’industria alimentare, sono deducibili i costi di acquisto di alimenti.